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Paura del fallimento e performance

Paura del fallimento e performance
Pic by Hana Asano

Paura del fallimento e performance ottimale: quale relazione lega questi due elementi?

Possiamo considerare la performance come l’insieme di tutte quelle azioni che permettono all’atleta di realizzare il proprio potenziale. Il termine performance è di derivazione sportiva, ciò non toglie che possiamo riferirci a un contesto più ampio, dove per performance intendiamo una prestazione in qualsiasi ambito che preveda un impegno di un certo livello.

Rimaniamo nel mondo sportivo. La preparazione fisica e la preparazione tecnica possono essere ai massimi livelli, ma se non riusciremo a mettere in campo una prestazione ottimale, tutto il nostro potenziale rimarrà irrealizzato. Possiamo essere al massimo della forma fisica e possedere un’elevata preparazione tecnico-tattica nella nostra disciplina sportiva, ma sarà la nostra performance a permetterci di esprimere quanto realmente siamo in grado di offrire.

Paura del fallimento e performance

Quanto volte sentiamo parlare di atleti che in allenamento compiono gesti incredibili che non riescono a ripetere in gara?

Questo accade perché la preparazione fisica e la preparazione tecnica non bastano a garantire che la nostra prestazione sia al livello che ci possiamo aspettare. Entrano in campo numerosi altri fattori tipicamente mentali. Entrano in gioco anche diversi ostacoli che impediscono all’atleta di raggiungere la cosiddetta peak performance, cioè la prestazione ottimale.

Il più comune di questi ostacoli è la paura del fallimento. Il grande timore dell’atleta che soffre la paura del fallimento è che la sconfitta definisca la sua identità. In pratica: se perdo, valgo meno come persona.

Come contrastare la paura del fallimento?

Un suggerimento per ridurre l’impatto di questa paura sulla nostra prestazione è quello di lavorare sulla definizione dei nostri obiettivi. Nello specifico: concentrarci su obiettivi di performance sarà decisamente più utile che non mettere la nostra attenzione esclusivamente sull’obiettivo di risultato. Nel tennis, ad esempio, invece di focalizzarmi sul vincere la partita sarà più funzionale convogliare le mie energie sul tentare sempre di forzare la prima palla di servizio. Piuttosto che mettere il focus sulla vittoria del torneo sarà più produttivo definire una strategia che mi consenta di giocare ogni punto con costante intensità.

L’obiettivo di performance, essendo sotto il mio completo controllo, mi permette di scaricare la pressione e gestire lo stress in modo migliore. Questo perché il risultato non è sotto il mio controllo, e giudicare noi stessi sulla base di condizioni che dipendono da fattori esterni non è una buona idea.

Questo ci porta al secondo suggerimento. Per contrastare la paura del fallimento è estremamente utile imparare a dirigere il nostro focus sugli aspetti sui quali possiamo avere influenza. Se, ad esempio, durante la mia ultra-maratona potrebbe piovere, preoccuparmi del clima (cosa che non posso controllare) sarebbe uno spreco di energie. Sarà decisamente più utile assicurarmi di avere con me l’abbigliamento tecnico adeguato (cosa che posso controllare). In questo modo potrò partire per la mia gara sapendo che in caso di pioggia avrò fatto ciò che era nelle mie possibilità. Anche in questo caso possiamo scaricare la pressione e ridurre il livello di stress.

I rischi dell’auto-valutazione

Valutare noi stessi esclusivamente sulla base dei risultati che otteniamo, presto o tardi, ci porterà a dubitare delle nostre capacità e a mettere seriamente in dubbio noi stessi. Riveste una fondamentale importanza, quando valutiamo noi stessi, considerare principalmente fattori come l’impegno profuso e il nostro grado di miglioramento indipendentemente dai risultati che otteniamo.

Può accadere di non portare a casa il risultato e aver messo in campo una grande performance? Certo che si! Ecco che in casi come questi sarà più funzionale valutarci principalmente sulla base della nostra prestazione e non sul fatto che il risultato sperato non sia arrivato.

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Max Spini

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Massimiliano Spini
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